“The imminent return of the Lord Jesus”

† “The imminent return of the Lord Jesus” † The Blog deals with the Parousia announced as imminent in the New Testament but never occurred, other missed prophecies and more... The great Christian Promise has not been kept. The “truth” about Jesus and Christianity. This is a religious website.

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Una profezia fallita † A failed prophecy

  


Nel settembre del 1954, Leon Festinger e alcuni suoi collaboratori leggono su un quotidiano locale statunitense (il Lake City Herald di Salt Lake City, capitale dello Utah) un articolo intitolato Prophecy from Planet Clarion: Call to City: Flee That Flood. It’ll Swamp us on Dec. 21 (che significa: Profezia dal pianeta Clarion: Appello alla città: Fuggite da quell'inondazione. Ci sommergerà il 21 dicembre), in cui si racconta di un culto che predice un'imminente catastrofe: infatti, secondo la casalinga Marian Keech (pseudonimo usato da L. Festinger per indicare Dorothy Martin), una praticante di channeling, il centro abitato di Lake City, poco prima dell'alba del 21 dicembre 1954, sarà distrutto dall'esondazione del Great Lake. La signora Keech (alias Martin) afferma di essere in contatto con certi esseri superiori (identificati sia come alieni sia come spiriti) che, inviandole dei messaggi da un pianeta chiamato Clarion, intendono mettere in guardia gli esseri umani dalla catastrofe imminente e salvare pochi eletti, i membri del culto ufologico denominato “The Seekers” (“I Cercatori” in italiano), di cui la signora è la guida; questi “Seekers”, al momento opportuno, saranno portati in salvo dagli alieni sempre secondo questa signora su un disco volante. La profezia verrà elaborata come una predizione della fine del mondo o, comunque, di un evento con conseguenze a livello mondiale.


Galassia 
   

Lo scettico Festinger e i suoi collaboratori comprendono che si tratta di una situazione che avrebbe portato a una marcata dissonanza cognitiva e decidono di intrufolarsi nel gruppo per effettuare un'osservazione partecipante al fine di assistere di persona a ciò che si sarebbe verificato il 21 dicembre, allorquando la profezia non si sarebbe avverata.

Quest'osservazione partecipante fu all'origine di un importante volume di psicologia sociale, pubblicato per la prima volta a New York nel 1956 con il titolo When prophecy fails: A social and psychological study of a modern group that predicted the destruction of the world: gli autori sono i ricercatori di cui vi ho parlato sopra, vale a dire Leon Festinger, Henry W. Riecken e Stanley Schachter. Nel 2012 questo lavoro venne pubblicato anche in italiano dalla Casa Editrice Il Mulino di Bologna, con il titolo Quando la profezia non si avvera e la traduzione di R. Merlini. Comprendete bene che il titolo originale inglese è molto più significativo.

In previsione di questo evento catastrofico, i membri del gruppo dei “Seekers” abbandonano il lavoro, l'università, il coniuge e si disfano dei loro beni.

Il 20 dicembre 1954 il gruppo si aspetta che un visitor proveniente dallo spazio venga a trovarli a mezzanotte e li accompagni fino a un veicolo spaziale in attesa. Seguendo le istruzioni, gli adepti rimuovono tutti gli oggetti metallici dalle loro persone. Con l'avvicinarsi della mezzanotte, cerniere, spalline del reggiseno e altri accessori di metallo vengono eliminati.

Alle 00:05 del 21 dicembre non si è visto ancora nessun visitor. Qualcuno del gruppo osserva che un altro orologio presente nella stanza segna le 23:55. Per superare la dissonanza cognitiva, il gruppo concorda sul fatto che non è ancora mezzanotte.

Alle 4:00 del mattino non si vede ancora nessuno. Il gruppo rimane seduto in un silenzio attonito. Alcuni tentativi di trovare spiegazioni sono falliti. Marian Keech (ovvero Dorothy Martin) si mette a piangere.

Alle 4:45 Marian Keech riceve un messaggio di scrittura automatica in cui si afferma che il Dio della Terra ha deciso di risparmiare il pianeta dalla distruzione perché il loro piccolo gruppo, che è rimasto seduto in attesa tutta la notte, ha diffuso così tanta luce da indurre Dio a salvare il mondo dalla distruzione.

Nel pomeriggio dello stesso 21 dicembre è convocata la stampa: vengono sollecitate interviste. Mentre in precedenza il gruppo rifuggiva dalla pubblicità, ora inizia una campagna pressante per diffondere il suo messaggio al maggior numero possibile di persone.    

  

Nebulosa

   

Modificare la convinzione iniziale, in seguito al crearsi della dissonanza cognitiva, sarebbe stato difficile, perché il gruppo si era impegnato in spese notevoli per mantenerla. Una soluzione possibile sarebbe stata quella di ottenere un supporto sociale per la fede degli adepti. Voglio citare le parole originali di L. Festinger e collaboratori: “The dissonance cannot be eliminated completely by denying or rationalizing the disconrmation. But there is a way in which the remaining dissonance can be reduced. If more and more people can be persuaded that the system of belief is correct, then clearly it must, after all, be correct [corsivo originale]. Consider the extreme case: if everyone in the whole world believed something, then there would be no question at all as to the validity of this belief. It is for this reason that we observe the increase in proselytizing following disconfirmation. If the proselytizing proves successful, then by gathering more adherents and effectively surrounding himself with supporters, the believer reduces dissonance to the point where he can live with it (Leon Festinger et al., When prophecy fails: A social and psychological study of a modern group that predicted the destruction of the world, Harper Torchbooks, New York 1956, p. 28).

Il testo inglese citato sopra ci dice che la dissonanza non può essere eliminata completamente negando o razionalizzando la disconferma (uso questo termine inelegante per tradurre l'inglese “disconfirmation perché è quello che rende meglio ciò che volevano esprimere gli autori). Ma c'è un modo in cui la rimanente dissonanza può essere ridotta. Se sempre più persone possono essere persuase che il sistema di credenze è corretto, allora chiaramente deve, dopotutto, essere corretto. Consideriamo il caso estremo: se tutti nel mondo intero credessero in qualcosa, allora non ci sarebbero dubbi sulla validità di questa credenza (anche se fosse del tutto dereistica. Nota mia). È per questo motivo che osserviamo l'aumento del proselitismo in seguito alla disconferma. Se il proselitismo ha successo, raccogliendo più aderenti e circondandosi efficacemente di sostenitori, il credente riduce la dissonanza a tal punto da poterci convivere.

Nel caso di cui ci stiamo occupando, L. Festinger e gli altri avevano compreso che, se la leader del gruppo, Dorothy Martin, fosse riuscita ad aggiungere fattori consonanti, anziché dissonanti, convertendo altre persone alla convinzione di partenza, allora l'entità della dissonanza si sarebbe ridotta. Festinger e i suoi collaboratori previdero che l'inevitabile disconferma sarebbe stata seguita da un impegno entusiastico nel proselitismo per cercare sostegno sociale e alleviare così la sofferenza causata dalla dissonanza.    

L. Festinger sostiene che devono essere presenti cinque condizioni perché qualcuno diventi un credente (nel senso di “seguace convinto di una credenza”: nel testo originale inglese “believer) ancora più fervente dopo una disconferma della credenza (ho ritenuto opportuno, considerato lo scopo della nostra ricerca, tradurre con “credenza” il termine inglese “belief”), condizioni che vi espongo cercando di essere il più chiaro possibile.

  • Una credenza deve essere mantenuta con profonda convinzione e deve avere una certa rilevanza per l'azione, vale a dire per ciò che il credente fa o per come si comporta.
  • La persona che sostiene la credenza deve essersi impegnata in essa, ovverosia deve aver intrapreso qualche azione importante che sia difficile da annullare nell'interesse della sua credenza. In generale, più importanti e più difficili da annullare sono tali azioni, maggiore sarà l'impegno della persona a portare avanti quella credenza.
  • La credenza deve essere sufficientemente specifica e sufficientemente legata al mondo reale, in modo che gli eventi possano confutarla in maniera inequivocabile. 
  • Questa innegabile prova della disconferma deve verificarsi e deve essere riconosciuta dall'individuo che sostiene la credenza.

Le prime due di queste condizioni specificano le circostanze che renderanno la credenza resistente al cambiamento. La terza e la quarta condizione insieme, invece, indicano dei fattori che eserciterebbero una forte pressione su un credente perché abbandoni la sua fede. È naturalmente possibile che un individuo, anche se profondamente convinto di una credenza, possa rifiutarla di fronte a una inequivocabile disconferma. Dobbiamo, quindi, enunciare una quinta condizione che specifichi le circostanze in cui la credenza sarà rifiutata e quelle in cui sarà mantenuta con nuovo fervore.

  • Il singolo credente deve godere di un sostegno sociale. È improbabile che un credente isolato possa resistere alle prove contrarie che sono state descritte. Se, tuttavia, il credente è membro di un gruppo di persone convinte, che sono in grado di sostenersi a vicenda, ci aspetteremmo che la credenza venga mantenuta e che i credenti tentino di fare del proselitismo o di persuadere i non membri del fatto che la loro credenza è corretta (v. Leon Festinger, Henry W. Riecken and Stanley Schachter, Unfulfilled Prophecies and Disappointed Messiahs, in Jon R. Stone (a cura di), Expecting Armageddon: Essential Readings in Failed Prophecy, Routledge, London-New York 2000, pp. 31-32. La versione italiana realizzata per i lettori di questo Post è mia).

Una credenza, perché sia rafforzata, necessita del sostegno di altre persone: i credenti avvertono il bisogno di vedere le loro convinzioni riflesse negli occhi delle persone che stanno loro accanto. Di solito gli esseri umani desiderano che le loro scelte di vita siano riconosciute e approvate, non solo da coloro che amano e rispettano, o dagli individui del loro stesso ambiente, ma anche, per quanto possibile, dalla generalità delle persone con cui si relazionano.

Per la cronaca, Dorothy Martin, dopo i fatti narrati, ha continuato a praticare il channeling e a fondare associazioni di spiritualità alternativa.

È morta nel 1992, all'età di 92 anni.

 

 

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16 gennaio 2021

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